LA VERA STORIA DEL GATTO CON GLI STIVALI

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LA STORIA DEL GATTO CON GLI STIVALI

Il racconto più famoso che ha come protagonista un gatto, è sicuramente la storia del gatto con gli stivali.

Tutte noi ci siamo fatte intenerire dagli occhi dolci del gatto con gli stivali del cartone Shrek ma ben poche conoscono la storia originale del gatto con gli stivali. Ecco perché vogliamo raccontartela.

E’ una storia ricca di insegnamenti e di tradizione popolare.

STORIA DEL GATTO CON GLI STIVALI

C’era una volta un mugnaio squattrinato con tre figli, un gatto e un asino. Alla sua morte decise di dividere i suoi pochi averi fra i figli. Al primo lasciò il mulino, al secondo l’asino e al terzo il gatto. I due fratelli con asino e mulino si misero in società. Germano invece non sapeva come campare e disse al gatto: “ti voglio bene e so che sei un buon gatto ma con me avrai solo fame e vivrai nella miseria, quindi è meglio per te che mi lasci solo.

Il gatto sorano allora rispose: “Tu devi solo fare due cose, procurarmi un paio di stivali e fidarti del mio ingegno. Fra qualche mese saremo a Corte!”

Il Giovane perplesso gli diede ascolto: “ belle parole gatto, allora sai anche parlare”. “Il bisogno aguzza l’ingegno e fa sciogliere la lingua” disse l’animale.

Germano dunque vendette il suo mantello di panno per dare al gatto gli stivali e si mise ad aspettare che gli eventi volgessero al meglio.

Il gatto, abile cacciatore si diede subito da fare e catturò una bella lepre.

Con il suo bel bottino si recò alla Corte del re.

Si inchinò e tirò fuori la lepre gridando a gran voce: “il marchese di Carabras, il mio padrone, manda questo al re”.

Il Re, che era un buongustaio, apprezzo’ molto e anche la principessa Isabella rimase colpita da quel gesto generoso.

La mattina dopo, il gatto con gli stivali, si presentò di nuovo a corte ma con quattro bellissimi fagiani dicendo: “Sire, le porto un umile omaggio del mio signore, il marchese di Carabas per i vostri regali arrosti”.

Il Re, mosso dalla curiosità, cominciò a sfogliare il libro dove erano annotati tutti i nobili per trovare lo sconosciuto Marchese di Carabas.

La bellissima Isabella al contempo, sognava di conoscere questo misterioso conte.

Per tutte le mattine il gatto replicò i suoi omaggi finchè non arrivò il mese di luglio che portò con sé un caldo afoso.

Il gatto con gli stivali, era venuto a sapere che il Re sarebbe uscito con la bellissima principessa per fare un giro rinfrescante in carrozza. Così svegliò all’alba il padrone e gli disse: “Presto padrone, occorre che vi togliate i vostri stracci e che vi immergiate nel laghetto perchè tra poco passerà la principessa in carrozza”.

“Ma io non so nuotare!” protestò Germano.

“Suvvia” rispose il gatto, il lago è basso, dovete solo starvene seduto tenendo fuori la testa. Il padrone come al solito lo ascoltò.

Il gatto invece corse incontro alla corrozza del re e cominciò a miagolare, urlare e chiedere aiuto: “Vi prego maestà fate soccorrere il marchese di Carabas, il mio padrone! Dei malintenzionati lo hanno derubato degli abiti e buttato nel lago”.

Il Re allarmato mandò subito i migliori soccorsi per aiutare il suo suddito più generoso e fece portare gli abiti più belli che vi fossero per vestirlo.

Quando la principessa Isabella lo vide, era così bello e così ben fatto che se ne innamorò subito e giurò che non avrebbe potuto sposare nessun altro.

Germano dunque ringraziò il Re per averlo soccorso e rese omaggio alla figlia prendendo posto nella carrozza del re che proseguiva il viaggio verso la reggia.

Ma il gatto con gli stivali era già pronto ad attuare una delle sue astuzie e così corse subito per precedere la carrozza del Re.

Si fermava lungo la strada appena vedeva dei contadini e urlava loro con voce suadente: “Buona gente, tra poco passerà la carrozza del Re, se vi domandano di chi è questa terra rispondete del marchese di Carabas, non ve ne pentirete!

Come previsto mano a mano che il viaggio proseguiva il Re chiedeva: “Di chi è questa bella terra?” e si sentiva rispondere: “Del marchese di Carabas sire”.

Infine il gatto arrivò al castello di un orco di nome Ezechiele, che era il padrone di tutte le terre circostanti e chiese di essere ricevuto.

Così, arrivato al suo cospetto, con grande riverenza gli domandò:”Ma è proprio vero signor orco che lei è capace di trasformarsi in qualsiasi animale vivente? Perchè c’è chi sostiene di sì e chi di no.”

L’orco infastidito ribattè: “Vorrei proprio vedere chi dice di no” e detto questo si trasformò un gigantesco leone.

Basta miagolò il gatto impaurito, “è più che sufficiente! Ma non sarebbe invece in grado di trasformarsi in un topo?”

L’antipatico orco si fece una risata e si tramutò in topino.

Il gatto con gli stivali prese l’occasione al balzo e se lo divorò in due bocconi.

Poi, l’astuto felino si rivolse alla servitù con occhi persuasivi e dolcissimi:”Tra poco giungerà al castello la vettura del Re e il vostro nuovo padrone. Riceveteli con un gran pranzo di gala!

Per farla corta nello stesso giorno furono fissate le nozze tra Germano e la bellissima principessa Isabella, ovviamente tutto per merito del gatto 😉

Ma il gatto con gli stivali cosa ci guadagnò alla fine?

Solo di togliersi per sempre gli scomodi stivali e vista la bella vita che gli si prospettava tornò a fare il suo mestiere di gatto domestico.

Sarà per questo che i nostri beniamini sono sempre così pacifici e dormiglioni?

Si vede che hanno trovato la loro Reggia ideale (*ΦωΦ*) .

Come la nostra Sophie, che ha trovato una bellissima casa! Anche lei sembra avere gli stivali o i calzini ma per una rasatura post intervento.

la storia del gatto con gli stivali

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